venerdì 12 agosto 2016

Compiti per le vacanze


Su Financial Times di mercoledì si parla del refendum costituzionale. E di banche italiane.


Come queste faccende siano legate insieme per FT non è chiarito nei minuti dettagli ma il legame c'è (sembra di capire dal fatto che ne parli mettendoli insieme).
C'è contemporaneamente la nostalgia per il recente passato montiano e un desiderio inappagato (ancora) di quelle riforme già prefigurate per il nostro paese da JP Morgan .
E ancora:

L'attesa della riforma costituzionale in Italia toglie ormai il sonno alla comunità finanziaria internazionale.











Contrordine compagni!


Ci si trova nella spiacevole condizione di dover rettificare una notizia che ipotizzava una boccata di ossigeno per i poveri italiani. C'erano 500.000.000 di risparmi derivanti dalla riforma costituzionale promessi dal presidente pro-tempore del Cdm ai poveri italiani.




Sarebbero in realtà, secondo le stime della Ragioneria dello Stato, inferiori di un intero ordine di grandezza. Tele notizia è stata riportata in data 9 giugno 2016 dal FQ (come si può facilmente notare dal link precedente).


Niente Referendum money per i poveri!






giovedì 11 agosto 2016

Chi vota No ...





http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2016/08/2016-08-10PrimaIlFattoQuotidiano-204x300.jpg









Sapevatelo.





mercoledì 10 agosto 2016

Triccheballacche


Questa campagna referendaria si va facendo interessante.
Il presidente pro-tempore del Consiglio dei ministri ce la racconta da par suo. 
Si apprende dalla sua viva voce che il padre della riforma che realizza il superamento del bicameralismo perfetto (si ricorda: tuttora vigente) è l'ex-presidente/emerito della Repubblica italiana: "... questo referendum non è il mio referendum, perché questa riforma ha un padre che si chiama Giorgio Napolitano" 
La riforma prende le mosse nel 2014  e a quel tempo e fino ad inizio 2015 il padre era anche colui che " rappresenta l'unità nazionale" (http://www.istitutobelotti.gov.it/terzosettore/imm/p087.jpg):





Estremamente interessante anche questa pia intenzione nei confronti di chi sta peggio:  "... il premier tira dritto e promette che i 500 mln risparmiati con la riforma andranno ai poveri".
Magnifica intenzione che le fa onore, davvero. Ma, giusto per sapere, si riferisce per caso a questi 500.000.000? 

In italia i poveri sono  4 milioni e 598 mila 









Referendum money!




martedì 9 agosto 2016

Con cintura e bretelle c'è anche la fregatura


Il 12 aprile 2016 la Camera ha approvato  in via definitiva il disegno di legge Boschi sulla riforma della Costituzione della Repubblica italiana: i deputati dell'opposizione non hanno partecipato al voto.
In pochi giorni una raccolta di firme tra i deputati della Camera   ha reso disponibile la possibilità di ottenere un referendum sulla legge di riforma Costituzionale appena approvata. Dato che (https://campionaridiparoleeumori.files.wordpress.com/2015/03/art-138.jpg):

il PD si mette di buona lena a raccogliere le 500.000 firme   valide per ottenere un referendum sul disegno di legge Boschi approvato il 12 aprile.

Machedavero?

Sì. Il tentativo è stato coronato da successo. E la Cassazione ieri 8 agosto ha dato il via libera

Il quesito referendario sarà così formulato:

"Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?"


Quindi ora si faranno due referendum? No, è sempre lo stesso.

Considerando che tanto il comitato del No quanto quello del Si ottengano 500.000 euro per questo referendum i risparmi che il governo attribuisce alla riforma costituzionale partono da 1.000.000 di euro di deficit.

E la riforma non è ancora operativa ...


lunedì 8 agosto 2016

La spersonalizzazione del referendum


ovvero: "S'ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo" ...


Il consigliere di amministrazione RAI Carlo Freccero ha qualcosa da dire a proposito del presidente pro-tempore del Consiglio dei ministri. Si dirà: tanto piacere. Invece no.
A dire di Freccero le nomine RAI hanno parecchio a vedere con il referendum costituzionale.
Che tipo di preparazione? 
Ecco qua.
Freccero ha qualche considerazione di tipo differente da fare: "Renzi è cattivo, proprio vendicativo e lavora sui clan. Non ha empatia."

Sulla personalizzazione si era espresso anche l'ex-presidente/emerito della Repubblica Italiana: "era meglio se non avesse parlato delle conseguenze per se stesso, perché il referendum non è pro o contro Renzi"

Il presidente pro-tempore del Consiglio dei ministri aveva nutrito qualche dubbio sulla possibilità che gli altri potessero "spersonalizzare" il referendum: "Ma se anche gli altri spersonalizzano siamo punto e a capo".

Al momento ...





... forse


22 maggio 2016: "Se non passa Paese sarà ingovernabile"

22 giugno 2016: Chissà ...




Se perdo al referendum piglio i mi' ciottorini e vo a giocà su ì' mi' uscio ...


11 gennaio 2016: "Se perdo il referendum sulle riforme lascio la politica"

3 maggio 2016  : "Referendum più di sì o no, se perdo vado a casa"

20 maggio 2016: "Se lo perdo vado a casa, noi non siamo la casta"

21 maggio 2016: "Se perdo il referendum vado a casa, è una questione di serietà"



domenica 24 luglio 2016

Governabilità di Governo


Ci sono condizioni al contorno politico governativo che si ripetono quando viene proposta una legge elettorale che permetta finalmente al Governo di governare?
Il Parlamento eletto con la legge di purissimo proporzionale del 1946 fornì alla DC  la maggioranza relativa (48,51%) dei voti e la maggioranza assoluta dei seggi nei due rami del Parlamento. In tali condizioni la governabilità era assicurata. Eppure ... Eppure tale partito sentì fortemente il bisogno di una legge elettorale che garantisse la governabilità al Governo. Fu partorita la legge "truffa"
Il periodo fu caratterizza dall'andamento del PIL mostrato in figura.



Il meccanismo maggioritario della legge "truffa" non scattò a favore della DC e della coalizione riunita attorno a quel partito che non riuscì a raggiungere il 50% dei voti e fornì un Parlamento senza maggioranza precostituita per nessuno.

I Governi trovarono il modo di governare in tali condizioni di governabilità passando attraverso il "miracolo economico"le crisi petroliferee i "due sorpassi"L'ultimo dei quali trovò sulla sua strada la banda stretta dello SME e l'uscita italiana dal serpentone nel settembre 1992.

Una nuova legge elettorale viene pensata in questo periodo per garantire la governabilità. Si punta sul semimaggioritario della legge Mattarella  (nella versione latinorum in voga da lì in poi, mattarellum)
Alla prima prova, nel 1994, una coalizione di partiti ottiene la maggioranza relativa del 42,84%, quasi il 60% dei seggi alla Camera e il 50% scarso di seggi al Senato. Ma non funziona e si deve rivotare dopo soli due anni. Seguono due legislature intere. All'interno della seconda nasce di nuovo la necessità della governabilità attraverso la legge elettorale. Sarà "porcellum"

Nel grafico del PIL italiano si nota, come nei due casi precedenti (legge truffa e mattarellum), una decisa scivolata verso il basso.
Non è il caso di mostrare l'andamento del PIL nazionale in questi tempi di italicum.

Conviene però andare a vedere l'andamento bassamente quantitativo della governabilità di Governo a partire dall'unità d'Italia. Si ricorda che il voto nel Regno d'Italia era piuttosto selettivo  per capacità di leggere e scrivere, età, genere e censo. Il suffragio universale maschile a partire dal 1912.


Durante il Regno d'Italia si ebbero 58 Governi in 61 anni (1861-1922) con una durata media di 1,052 anni per ciascun governo.
Durante il ventennio fascista ci fu un solo Governo Mussolini con una durata 22 anni (1922-1943).
Durante la Repubblica italiana fino al "mattarellum" (primo tentativo di fornire governabilità ai Governi attraverso legge elettorale maggioritaria) ci furono  47 Governi in 46 anni (1948-1994) con una durata media di ciascun Governo pari a 0,98 anni.
Dal 1994 fino ad oggi si sono succeduti 13 Governi in 22 anni con una durata media di 1,69 anni.


martedì 12 luglio 2016

Associazione "Indipendenza e Costituzione"


Mercoledì 13 luglio a Bologna nella Sala del Baraccano in Via S. Stefano 119 alle 20,30 presentazione dell'Associazione "Indipendenza e Costituzione".

I lavori inizieranno con una analisi del referendum britannico che ha portato al Brexit.




Proseguiranno con l'esame del calendario dei lavori e delle iniziative da qui al referendum e la valutazione delle cose da fare anche alla luce del rapido mutare della situazione politica in Italia e negli altri Paesi.


Un caldo augurio di Buon lavoro.

lunedì 11 luglio 2016

Il gioco del cerino acceso...

Nella seguenti figura, tratta da Wikipedia, è cristallizzata l'attuale situazione politica nelle varie Regioni italiane.


Il PD domina i consigli regionali con poche eccezioni.
Il quotidiano "La Stampa" ha effettuato una simulazione sulla futura composizione del Senato riformato dalla Boschi-Renzi a partire da questi dati.
Abbiamo visto che il responso delle ultime elezioni politiche ha restituito un elettorato attestato su tre schieramenti di forza analoga che si dividono i seggi nei due rami attuali del Parlamento in quel modo già visto. Ma il Senato che esce da questa simulazione per il Senato riformato contiene 55 membri eletti dal PD, Forza Italia+Leganord ne ha 29 e il terzo corno, M5s ne ha 6.
A buon intenditor poche parole.

giovedì 7 luglio 2016

Riforma del Senato e Italicum: una bandiera falsa?


Negli ambienti proSI al referendum costituzionale viene considerato strumentale ("indirizzato") fare riferimento anche alla legge elettorale. E' una bella pretesa quella di voler considerare separatamente una nuova legge elettorale finalizzata all'elezione della sola Camera, da una modifica costituzionale che annulla l'elezione a suffragio universale del Senato. Dato che quella serve a questa.
In realtà non si può fare a meno di parlare della nuova legge elettorale anche perché la riforma costituzionale sottrae ai cittadini un luogo politico come il Senato diminuendo drasticamente la loro capacità democratica oltre a diminuire drasticamente gli strumenti di democrazia della Repubblica.
Ma c'è un altro motivo per mostrare il funzionamento della nuova legge elettorale: mostrare i risultati ottenuti utilizzando il Porcellum.
Sono numerose e autorevoli  le indicazioni che danno l'Italicum come un Porcellum camuffato per non essere immediatamente impallinato dalla Consulta.
Tenere conto del giudizio degli esperti di una certa materia sembra un buon modo per evitare guai.
Vediamo le prove del Porcellum. I dati seguenti sono tratti da Wikipedia
La prima applicazione avviene nel 2006 con questo risultato


Il risultato elettora divide esattamente a metà l'elettorato. Poiché lo scopo della legge elettorale è fornire una maggioranza certa alla parte vincente, la parte che ha prevalso ottiene il 55% dei seggi alla Camera e una quota del 50% al Senato.

Evidentemente qualcosa non ha funzionato a dovere poiché nel 2008 si deve tornare a votare, con i seguenti risultati.



Il voto dà un risultato un pochino diverso nella sua struttura. La parte vincente ha il 46% dei suffragi, le parti rimanenti rispettivamente il 38% e il 6% (circa).
Questa volta anche al Senato la parte vincente ottiene il 55% dei seggi.

La legislatura raggiunge quasi la scadenza temporale e vengono indette nuove elezioni politiche nel 2013 con il seguente risultato




L'elettorato risulta diviso in tre parti (29,55%; 29,18%; 25,56%). Il 29,55% ottiene il 55% dei seggi alla Camera e il 40% dei seggi al Senato. Le altre due parti hanno insieme il 54,74% dei voti e ottengono il 37% dei seggi alla Camera e il 54% dei seggi al Senato.


martedì 5 luglio 2016

Linee guida

Al grido “le istituzioni sono in pericolo” perché i movimenti populisti cominciano ormai a vincere anche le elezioni amministrative, inizia un incontro pubblico[1] per delineare le linee guida della campagna refendaria proSI alla conferma della legge cosiddetta Boschi-Renzi del 12 aprile 2016.
La riforma è notevolmente complessa per cui da un lato è necessario riprendere il monito della signora Flavia (Spiegare, Spiegare, Spiegare) ma alla fine sarà inevitabile che ogni cittadino faccia una scelta politica e voti SI [2] alla norma presa nel suo insieme (Pericu[*])
La riforma costituzionale impone il superamento del bicameralismo perfetto. Superamento necessario data la possibile divergenza delle maggioranze tra Camera e Senato che porta alla totale impossibilità di governare.(Pericu)
Quando il bicameralismo fu concepito la normativa era tutta prodotta dal Parlamento, ora circa la metà delle nostre norme provengono da istanze sovranazionali o dall’Unione Europea.(Orlando[*])
E' la struttura attuale dei partiti a rendere necessaria una tale modifica. I partiti hanno al loro interno spinte che li portano in direzioni non univoche. Ciò comporta una perdita di stabilità interna che si riflette sulla stabilità dei governi nella produzione e attuazione delle leggi. (Orlando)
Con due rami del Parlamento che danno la fiducia al governo la stabilità è sempre in bilico. E' umiliante essere all'estero e dover sempre rispondere a domande sulla stabilità del governo italiano. (Violante[*])
All'interno di un iter legislativo farraginoso c'è ampio spazio per l'intervento delle lobbies, anzi ci vorrebbe una legge sulle lobbies (Orlando)
La riforma cambia inoltre il rapporto tra Stato e Regioni. Come può uno Stato che demanda così tante competenze alle Regioni italiane avere la competenza di interlocutore competente con l'Unione europea? La riforma limita drasticamente le potestà regionali. (Pericu)
Ma non tutte le Regioni sono uguali, ci sono anche le Regioni in pareggio di bilancio alle quali possono essere conferiti poteri aggiuntivi. (Violante)
Questa riforma è pensata per agire in tempi lunghi e traguarda prospettive di lungo periodo. (Orlando)
Intanto alle elezioni amministrative hanno vinto forze lontane dal metodo democratico (Orlando)
Perchè dobbiamo aderire alla riforma? Perché i diritti dei cittadini non vengono minimamente scalfiti, viene unicamente toccata l'organizzazione dei poteri pubblici. (Violante)
Senza contare che il nuovo art. 97 introduce il principio di trasparenza (Pericu)
Il Fondo monetario internazionale [3] afferma che l'Italia ha perso venti anni di risorse mentre spagnoli e tedeschi sono stati più stabili di noi. Se non c'è stabilità di governo non si può governare (Violante)
E' la tempesta perfetta: senza riforma e con una legge elettorale inadeguata il paese ha il motore imballato (Orlando)
Anche se della legge elettorale è prematuro parlare in quanto la nuova legge elettorale “Italicum” è all'esame della Consulta. [4] Mischiare le due cose è un atteggiamento indirizzato.(Pericu)
La riforma è cambiare la Costituzione della Repubblica italiana. Il fronte del NO non propone alternative. Il NO vuole solo che tutto rimanga così com'è, ovvero la santificazione dell'esistente.(un po' tutti)

[*]I relatori sono:
Andrea Orlando, ministro della giustizia nell'attuale governo.
Giuseppe Pericu, tra le altre attività sindaco di Genova. Era in carica durante il G8 nel capoluogo ligure(20-22 luglio 2001). Per gli eventi in tale periodo in quella città c'è stata una condanna da parte della Corte europea dei diritti umani 
Luciano Violante, tra le altre attività è conosciuto per la allocuzione pubblica del 28 febbraio 2002 alla Camera (con le rivelazioni esposte a partire dal minuto 8:32






[1] Incontro pubblico “Un si per cambiare l'Italia” - Palazzo della Meridiana - Genova -  22 giugno 2016
[2] Oppure NO ...
[3] Non sono stati forniti riferimenti sulle affermazioni del FMI. Si può solo dire che il Fondo non poteva fare riferimento a riforme di tipo economico poiché siamo stati assolutamente ligi agli ordini  ricevuti per lettera, come si può facilmente accertare leggendo questo post del prof A.Bagnai sul suo blog “Goofynomics”
Istanze di abbattimento della Costituzione della Repubblica italiana del 1948 si ritrovano in un documento del gigante finanziario americano JP Morgan scaricabile al seguente collegamento internet
In particolare alle pagg 12-13:
«I sistemi politici e costituzionali del Sud presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti, governi centrali deboli nei confronti delle regioni, tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori, tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo, il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I Paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia)».
Tale documento è stato presentato anche dalla stampa italiana
[4] Si fa riferimento  all'accoglimento da parte del Tribunale di Messina
del ricorso per incostituzionalità della legge elettorale “Italicum”

domenica 3 luglio 2016

A proposito di referendum ...


Nei giorni successivi il Brexit gli aficionados del Remain si sono scatenati.
Dal poco caritatevole "Chi è fuori è fuori" del presidente della Commissione europea Junker agli alti lai dei cronisti italici  fino alla pura invettiva rilevabile su parecchi social.
A quest'ultima non vale rispondere. A proposito dell'ignoranza dei Brexiters è invece opportuno replicare: me cojoni!
In questa analisi del voto al referendum inglese si mostra una verità differente.
L'Unione europea si conforma alla economia (politica) sociale di mercato (fortemente competitiva) inserita nel Trattato di Lisbona. Tale economia sociale di mercato ha i propri capisaldi irrinunciabili:
  • banca centrale indipendente (cane da guardia dell'inflazione),
  • completa libertà di movimento dei capitali,
  • completa libertà di movimento della forza lavoro.
Vediamo ora un grafico tratto dall'articolo di Torsten Bell della Resolution Foundation citato poc'anzi.


Il grafico dice chiaro e tondo che le aree che hanno votato per lasciare l'UE sono quelle in cui le persone semplicemente guadagnano di meno.
Il combinato disposto con i pilastri della UE rendono ragione che, in effetti, il voto è stato razionale: l'UE favorisce chi ha capitali, chi ha necessità di impiegare forza lavoro (magari a poco prezzo), chi ha risorse erodibili dall'inflazione. I Brexiter semplicemente non si sono riconosciuti in un tale profilo e hanno votato per uscire.
In effetti bisogna ammettere che le pasionarie del Bremain hanno qualche ragione per prendersela coi più poveri. Ma accusarli di essere ignoranti pare una cattiveria gratuita.

sabato 2 luglio 2016

La riforma che ci riformerà (inabili ad agire la democrazia)


Ingrato destino della Costituzione della Repubblica Italiana del 1948. Innumerevoli cittadini non l'hanno conosciuta dopo molte ore di educazione civica passate a portare avanti il programma di storia in perenne debito di tempo. Ai più alti livelli in molti si sono dati da fare per ingessarla se non disfarla: certo neutralizzarla. La Corte costituzionale diventa operativa solo nel 1955. Il Consiglio superiore della magistratura dell'Italia liberata ha una legge nel 1958. «La legge del 1958 darà ragione alla Cassazione, rappresentata nel consiglio da due membri di diritto (il presidente della Corte e il procuratore generale) e da sei membri elettivi, con un numero di componenti quindi pari a quelli di tutti i giudici di merito (quattro di Tribunale e altrettanti di Corte d'Appello)» (“I corpi separati” di Giangiulio Ambrosini in “L'Italia contemporanea 1945-1975”). Fino all'insediamento della Consulta è la Corte di Cassazione che dichiara «soltanto programmatiche molte norme costituzionali per privarle di efficacia immediata, a far salve le norme del codice penale e di polizia, a mantenere in vita interpretazioni retrive della legislazione fascista, ad annullare le condanne dei maggiori responsabili del regime fascista o ad elargire ad essi generose riduzioni di pena» (ivi). Dopo il primo referendum del 1946 (scegliere tra Monarchia e Repubblica) si aspetterà fino al 1974 per realizzare il referendum sull'abrogazione della legge Fortuna-Baslini (divorzio). Le Regioni previste dal Titolo V Cost sono apparse come Regioni a statuto ordinario solo nel 1970, mentre quelle a statuto speciale erano state istituite immediatamente (il Friuli Venezia Giulia nel 1963). Ciò ha significato innumerevoli proroghe governative nella fissazione delle elezioni dei consigli regionali (nonostante la Disposizione transitoria e finale VIII Cost). In definitiva una Costituzione ingessata più che applicata.
Nel tempo sono state attuate modifiche e integrazioni marginali fino alla riforma del Titolo V che cambia profondamente l'ordinamento istituzionale della Repubblica.
Ma anche le ingessature hanno fatto il loro tempo. Grazie all'UnioneEuropea siamo passati alle azioni indirette sul dettato costituzionale del 1948. La modifica dell'art. 81 Cost rifluita anche nell'art. 97 Cost stravolge completamente la Costituzione (economica) del 1948.
Ma oramai il tempo stringe:«Dove i corpi (separati dello Stato: nde) possono, senza controlli istituzionali e democratici, collegarsi con centri di potere diversi da quelli racchiusi nelle maggioranza governative, ciò significa che la loro separazione è funzionale a quei centri di potere, i quali in tanto consentono il permanere di strutture democratiche, in quanto sono in grado di gestire realmente il potere, al di fuori di occasionali e precarie composizioni governative.» (ivi)
Intanto il governo vara una riforma costituzionale che modifica il Senato e il suo ruolo azzerando il bicameralismo perfetto della Costituzione del 1948. Inoltre il primo ministro vara una riforma elettorale che, anche questa, determina uno squilibrio tra potere esecutivo e potere legislativo, spostando l'asse della politica dal Parlamento al Governo, incurante di essere messo in parallelo a Mussolini. 
Perché? 
Si può forse trovare una risposta nei concetti più volte espressi dall'attuale ministro della giustizia Orlando. Secondo il ministro in carica è la struttura attuale dei partiti a rendere necessaria la riforma. I partiti hanno al loro interno spinte che li portano in direzioni non univoche. Ciò comporta una perdita di stabilità interna che si riflette sulla stabilità dei governi nella produzione e attuazione delle leggi. Secondo il ministro «Dobbiamo aprire il Pd a interi pezzi di società, ceti produttivi, intellettuali, che sono essenziali per una riscossa civica. Questo però implica far saltare un tappo che c'è nel nostro partito: il tappo di un correntismo esasperato.» Un esempio si è avuto in occasione dell'iter legislativo dell'italicum quando il primo ministro ha deciso di sostituire 10 deputati dalla Commissione affari costituzionali che “remavano contro”. 
E' arrivato il momento di mettere mano alla Costituzione del 1948 e cambiarla in tutte le altre parti vitali che non possono essere stravolte indirettamente.
Si sta vivendo una “crisi dello Stato”. Lelio Basso nel suo intervento al convegno “La riforma dello Stato” promosso dall' Istituto Gramsci nel 1968 definì con chiarezza un tipo particolare di “crisi dello Stato”. Se «si vuole accennare ai problemi più di fondo - a un processo di rafforzamento delle spinte autoritarie, allo svuotamento degli istituti rappresentativi e della democrazia in generale, alla tendenza a fare dello Stato italiano una cosa molto diversa da quella che avrebbe dovuto essere secondo il disegno dei costituenti -, allora l’espressione crisi dello Stato va precisata con molta chiarezza. Si tratta in questo senso non di una crisi momentanea dello Stato democratico che può essere superata, non della deviazione dal modello costituzionale a cui si può ritornare, ma della crisi di trapasso a un altro tipo di Stato, lo Stato oligarchico del neocapitalismo». 
Questa riforma ci farà inabili ad agire la democrazia, però potremo continuare a subirla.